lunedì 21 novembre 2011

Sviluppi

Scrivo sempre più raramente sul blog, anche perché le novità degne di nota si esauriscono col tempo.
Posso dire però che la lezione privata è andata meglio di quanto pensassi. E' stato anche utile andare a lezione dal professor Grassi per capire un po' come muovermi. A proposito del professore, con lui ho il giorno dopo il primo esame del mio erasmus: rigorosamente in italiano. Eh lo so, non molto professionale. Ma fare un esame in turco facendo fatica in due era perlomeno una cosa assurda. Un bel esame orale sulle cause della prima guerra mondiale, il capitalismo, i totalitarismi, la cultura di massa, il fascismo e via dicendo. Una chiacchierata stile esame di ca'foscari e via spedito. La prossima volta ci sarà da sgobbare, ma cerco di non pensarci troppo. Il giorno seguente mi trovo ancora con Lucia, e andiamo insieme in una famosa pasticceria in Istiklal Caddesi, il cui dolce di punta è un profiterol che trasuda di crema al cioccolata sopra. Non male nè troppo pesante, ma entrambi ci aspettavamo di meglio. Poi decidiamo di andare al Museo Militare, vista anche la brutta giornata di pioggia che impedisce una passeggiata piacevole. Scelta azzeccata: il museo è enorme e molto ben fornito. Ci sono armature, pugnali, scimitarre, pistole, fucili (alcuni mastodontici) ottomani e non solo; persino certi elmetti italiani e del nord italia che si possono trovare identici al museo delle armi a Brescia. Anche il reparto delle armi a distanza, cioè prima guerra mondiale, è ben rifornito (anche considerando che per loro è stata la fine e l'inizio di un'epoca). Sicuramente andrò un'altra volta a farci visita, non solo con alcuni amici che non vedono l'ora di gustarselo ma anche perché devo prendere un magnete di un soldato ottomano che non sono riuscito a prendere perché era chiuso lo store del museo.
Da venerdì a domenica invece è stato un weekend anatolico, sempre nella capitale, sempre a trovare la dolce metà ma stavolta anche con Lucia. Ne ho approfittato per rivedere quel (poco di degno) che c'è da vedere ad Ankara, e per vedere anche cose che non avevo ancora visto: per esempio le terme romane, in pieno centro città: scavate solo nel 1931 ma ancora da riportare davvero alla luce del sole, è un edificio di media grandezza con un ampio cortile e una piscina. Intorno sono state rinvenute molte tombe e lapidi sia del periodo romano che bizantino. Durante la visita del complesso archeologico si capisce come gli scavi siano stati fatti in modo molto approssimativo, che ci sarebbe ancora tanto da scoprire ma non c'è la volontà da parte delle istituzioni turche di finanziarli. A conferma di ciò anche una studentessa che abbiamo trovato sul posto mentre scavava insieme ad altri volontari, che ci riferisce delle richieste di scavi estivi rimaste inascoltate e della concessione di un solo mese (novembre) per lavorare nel sito. Troppo poco. Probabilmente al governo turco non interessa sfruttare il proprio patrimonio artistico, perché i soldi ci sono eccome, sono solo usati in maniera diversa: per esempio costruendo centinaia di palazzoni orribili ovunque in Turchia. Per capire meglio quello di cui sto parlando calza a pennello la tappa successiva del nostro tour: monumentum ancynarum, tempio romano in stato piuttosto buono con attaccata una moschea in una piazza restaurata circa 20 anni fa in modo più che pessimo: strutture esagerate e senza gusto estetico, porte a sistema trilittico in cemento, sul nulla. Poco distante alcune vecchie case ottomane ristrutturate accanto ad altre prossime al collasso: la Turchia è così, una contraddizione dopo l'altra. Sulla via del ritorno poi nell'autogrill troviamo un punto "ricarica batteria" di cellulare, con le prese per tutti i modelli, disponibile pagando una lira. Da queste piccole cose si capisce come i turchi siano a volte molto più avanti di noi nel rendere pratico il vivere quotidiano mentre invece sono ancora molto indietro per altre cose. Forse perché corrono e si dimenticano di andare per gradi nel cambiamento. Questo fine settimana è stato utile anche per considerare un aspetto molto interessante della cultura turca, cioè come funziona la pubblicità, la musica, la televisione in questo paese. Cercherò su internet un po' di materiale, poi se le mie teorie troveranno conferma nei fatti vedrò di spiegare in breve in un altro post le dinamiche della società turca

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