lunedì 14 novembre 2011

Bayram e tortelli

Ebbene sì. Si ritorna sui banchi. Dopo la mia prima "festa del sacrificio" mi sento un po' più leggero. Per fortuna sono riuscito a non assistere ai tanto temuti sgozzamenti di montoni, mi sono tenuto ben alla larga e la dea bendata mi ha dato una mano. Dopo il bel giro sul Mar Nero ho passato, spesso in compagnia di Lucia (compagnia piacevolmente molto presente visto le sue disavventure che spiegherò in breve poi) tranquille giornate nella bella Istanbul. Giro pomeridiano a Kadıköy alla ricerca principalmente degli ingredienti per fare i tortelli di zucca casarecci; poi ovviamente è degenerato nello shopping e nel mangiare tiramisù in pasticceria. Sotto le preziose istruzioni della Mamma (M maiuscola) siamo riusciti in effetti a fare dei tortelli di zucca decenti, nonostante qualche difficoltà che coglie immancabilmente i principianti assoluti: la pasta deve essere continuamente infarinata, non deve attaccarsi al rullo (leggesi "bottiglia di birra"), i tortelli devono essere chiusi per bene e il ripieno sigillato all'interno (facile a dirsi): all'inizio in un misto di disperazione e stupidità abbiamo buttato dentro il panetto ancora da stendere i tortelli venuti male con dentro ancora il ripieno. Il pasticcio non ha guastato per fortuna il risultato finale, che considerando il fatto che è la prima volta che li facevamo ha superato la sufficienza piena: anche i nostri "osservatori internazionali", cioè Özgür ed Ezgi (amica del mio coinquilino già citata in un post) hanno apprezzato. Grazie a questa ricetta ho per fortuna appurato la presenza sul mercato di foglie di salvia, elemento per me essenziale in certe ricette (e che adoro). Il basilico manca e mancherà sempre all'appello: non esiste proprio in Turchia. Mi viene male solo a pensarci; e pensare che lo ritenevo diffuso dappertutto. Come farò il pesto in casa? Mannaggia.
Özgür intanto si scopre cuoco e cucina per tutti il menemen: una specie di frittata con uova, cipolle, peperoncino e pomodoro. Venuto piuttosto bene, complimenti a lui. La sera usciamo tutti insieme ancora a Kadıköy: zona soprattutto di locali per uscire di sera, molto grande e piuttosto carino; dal mio punto di vista meglio della arcinota Istiklal Caddesi e di piazza Taksim: qui ci sono troppi turisti, è troppo caotico e molto più lontano da casa mia (10 minuti in bus e sono a Kadıköy, a Taksim invece ci metto 45 minuti e già arrivare stanca per la calca di gente). A Kadıköy andiamo in un bellissimo pub su 4 piani interamente in legno, nella penombra e molto intimo come ambiente. Due bei boccali di birra e una chiaccherata ci stanno tutti. Usciamo e il freddo pungente dell'una di notte ci convince a prenderci una çorba alle lenticchie, la minestra nazionale turca. A loro detta è l'ora perfetta per berla.
Soddisfatti per la serata, progettiamo la seguente che coincide con liete notizie provenienti dall'Italia; inutile dirlo ma era un momento atteso da troppo tempo. Peccato che non festeggiamo come si dovrebbe, ci facciamo solo una passeggiata notturna in un quartiere modaiolo sulla costa del Bosforo: Bebek. Incuriosito dalla sua fama non mi ha esaltato un granché: riccastri con auto costose, locali lounge, traffico, discoteche: tutto su una sottile striscia di terra nelle immediate vicinanze della strada principale; pensavo meglio. Ho preferito invece il vicino quartiere di Arnavutköy: antiche case in legno, tutte bianche strette e molto alte, molto grazioso.
Domani teoricamente ho giornata libera, ma in realtà do la mia prima lezione privata di italiano a un piccolo gruppo di studenti della mia università. Vedremo come me la caverò.    

P.S. Noterete che ho cambiato la grafica del blog, migliorandola spero. Ho inserito anche dei link a sinistra dove potete trovare agevolmente notizie su quello che succede in Turchia, per rendere il tutto più completo e figo ecco.

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