martedì 27 settembre 2011

Studente di Istankara

Di ritorno da Ankara dopo quasi una settimana (e per fortuna che dovevano essere 4 giorni massimo) mi ritrovo a Istanbul e come dovevo aspettarmi rimango travolto da mille problemi, più o meno attesi. Andando con ordine, arrivo ad Ankara e vengo accolto dalle mie compagne di turco a Venezia, Giulia e Francesca (insieme alla loro simpatica coinquilina turca Esen), che mi ospiteranno molto gentilmente per i successivi 3 giorni nella loro casetta a Kurtuluş. Non sono l'unico ospite della casa: anche la mia dolce metà in assenza di residenza ha chiesto soccorso alle sue amiche italiane per un tetto sopra la testa, in attesa di una sistemazione. Ankara si trova nel bel mezzo della penisola anatolica, fondamentalmente in mezzo al nulla. Spostare la capitale dalla Istanbul dei sultani, simbolo di decadenza per la nuova èlite politica che si avvicendava al potere, all'Ankara repubblicana ha dato un forte segnale di discontinuità, ma per ora la nuova capitale del nuovo stato turco non è all'altezza della vecchia capitale. Città grande, ordinata e abbastanza ricca, non così brutta come di solito si dice, ma totalmente priva della bellezza naturale e artificiale della antica Bisanzio. Anche per chi ci vive è un eterno confronto con Istanbul e il senso di inferiorità è una ovvia conseguenza. I giorni ad Ankara procedono tranquilli, in compagnia si passa tempo fra uffici erasmus, centri vodafone e ogni tanto negozi (si sa, quando si è ospiti è meglio adeguarsi e non lamentarsi). Non mancano le visite culturali, per esempio al castello di Ankara e il sottostante borgo, tra le cui case povere troviamo un delizioso ristorantino familiare dove assaporiamo le delizie delle cucina turca casareccia, fra cui mantı, gözleme ripieni di melanzane e altre leccornie. Unico peccato non poter visitare il museo archeologico, uno dei pochi motivi validi per visitare Ankara: il prezzo intero era 15 lire, come studenti erasmus gratis ma al momento non avevamo ancora il badge dell'università, quindi la visita è solo rimandata. La cosa che ho preferito di Ankara è stata la monumentale tomba di Atatürk: inutile accennare alla grande importanza del suo personaggio, penso che sia più importante pensare a come sia riuscito a cambiare il paese nel giro di pochi decenni, sua vera e propria creatura, specchio della sua visione nazionalistico-etnica, purtroppo gravida di contraddizioni ancora irrisolte, insieme al conflittuale rapporto col vecchio regime Ottomano. La tomba più monumentale di così non può essere: puro stile architettonico fascista, e infatti rende bene la sensazione che vuole suscitare: timore, rispetto, obbedienza. Il giorno seguente dopo una riunione erasmus dell'università di Ankara in cui mi intrufolo senza problemi (del resto sono in una città diversa in una università diversa) si parlotta di una gita al mare di due giorni nei dintorni di Antalya, famosa località turistica. Per gli studenti erasmus è gratis, per gli studenti "mentori" di Ankara Universitesi 15 lire tutto compreso, per gente che vuole corrompere gli organizzatori della gita bastano 100 lire (circa 40 euro). Sollecitato ad accettare l'offerta sconcia da una a cui non si può e non si vuole dire di no, non malvolentieri allungo la manina e partiamo alla volta di Manavgat. Dopo 7 ore di viaggio arriviamo in questo bel villaggio turistico, dove alloggio pranzo cena colazione piscina e trasporti sono tutti inclusi, e passiamo fondamentalmente due bei giorni di pura vacanza e relax. Mare, piscina, pranzo, piscina, cena, discoteca all'aperto. Peccato non aver fatto che una sola gita ad Alanya, pazienza ci ritornerò un'altra volta per un giro un po' più culturale (del resto avrei speso molto di più andando con mezzi miei).

E torniamo al momento presente: dopo 5 ore di viaggio in qualche modo riesco a tornare a casa, prendere di corsa i documenti e raggiungere in tempo l'ufficio erasmus in compagnia di Idil, anch'essa compagnia di studi a Venezia. L'attesa è lunga, il risultato magro: vediamo solo di fretta la nostra coordinatrice, che ci dà la notizia che siamo gli unici due erasmus nel nostro dipartimento, e di corsa scappa via promettendoci la sera una mail che ci illumini sui corsi e gli orari. Che non arriva. Dobbiamo pure contattarla sul cellulare per ricordare che esistiamo. Tra le curiosità di questi due giorni insipidi: una delle famose ragazze "giongion" si esibisce nella parlata a patata-in-bocca, e mi accorgo che è disgustoso sentire parlare così una ragazza a lungo tempo; ambiente allegro del campus, pieno di ragazzi, e anche stand dove suonano finalmente musica europea e americana (perché queste quasi due settimane sono state mono-tone, nel vero senso della parola: pop turco a valanga, dappertutto, e anche se non lo vuoi sentire: si salvi chi può); momenti di panico in casa: internet se ne va nel tentativo di cambiare tariffa, alla fine nel giro di un giorno Özgür si fa valere e guadagna quei pochi mega per farlo andare più veloce. Domani giro nel campus di Davutpaşa con la coordinatrice, speriamo di avere belle sorprese.

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